Barì è il nome antico di Bari Sardo. denominazione gli fu data intorno al 1840, ma tuttora ai suoi cittadini e agli abitanti dell'Ogliastra, questo piccolo paese è noto come Barì. Abitato da circa 4000 persone confina con i comuni di Tortolì a nord, Ilbono, Loceri e Lanusei a ovest, e Cardedu a sud. Con un'economia ancora legata all'agricoltura e alla pastorizia la vita di Barì, ricca di antiche ed affascinanti tradizioni, è ancora cadenzata dai ritmi di un passato non molto lontano . La sua posizione, centrale e privilegiata all'interno del territorio ogliastrino, consente a chi vi soggiorna di raggiungere con facilità in tutti i punti di maggior interesse del territorio provinciale; Bari Sardo si configura infatti come punto di partenza ideale per dedicarsi alla scoperta delle bellezze naturali e culturali di cui l'Ogliastra è ricchissima. Il suo incantevole territorio ancora in gran parte incontaminato, con la natura, i colori e i profumi tipici della macchia mediterranea, permette al visitatore di vivere uno degli scorci più affascinanti dell'Ogliastra. Il litorale, che si distende per circa 10 chilometri ed è composto da lunghissime e accoglienti spiagge sabbiose interrotte da scogliere soddisfa i gusti di tutti gli amanti del mare.Il territorio di Bari Sardo si estende per 37,5 kmq e presenta delle caratteristiche che rendono il paesaggio affascinante e ben distinto dal resto del territorio ogliastrino. Il paese si incastona come una pietra preziosa nel punto in cui gli altopiani basaltici di Teccu e Su Crastu si incontrano con le dolci e verdi colline di Su Pranu e Pizzu'e Monti, protetto dai venti e dalla vista della costa, un tempo interessata da numerose incursioni.Nella variegata bellezza del territorio Bariese, il maggior punto di interesse paesaggistico è senza dubbio la giara di Teccu che, costruita dal fuoco e dal magma di antichissime eruzioni, emerge come un isola scura distinta dalle colline circostanti. Partendo dal Centro abitato l'altopiano si estende per circa 4 chilometri quadri digradando verso la costa e tuffandosi con le sue rocce scure tra le onde del mare nelle località di Punta Niedda (punta nera) e Punta Su Mastixi. La colata basaltica ha uno spessore di circa 10 metri e diventa maggiore in prossimità della bocca dell'antico vulcano, Sa Iba Manna, da cui si domina buona parte del territorio di bari sardo. Alle spalle del centro abitato si erge l'altopiano di Su Pranu con i suoi 236 metri di altezza. Da diversi punti della sua sommità è possibile godere dei più affascinanti panorami che il territorio dell'Ogliastra offre spaziando dall'imponente Mont'e Ferru a sud, alle ripide pareti delle montagne di Baunei a nord. Su Pranu, un tempo coltivato e giardino della popolazione Bariese, è ora ricoperto da una folta macchia mediterranea in cui domina la quercia da sughero.Di notevole interesse naturalistico sono le zone umide di Bau'e Nì e dei laghetti di Liggius per la flora e la fauna di cui sono ricche e perchè interessate passaggio di diverse specie di uccelli migratori. Nelle aree agricole rivestono un ruolo importante, sotto l'spetto paesaggistico, le superfici coltivate a olivo, concentrate nella parte settentrionale che confina con Loceri e Ilbono; l'aspetto saliente di tali formazioni è spesso il sesto naturaliforme e la presenza di alberi secolari.La maggiore attrattiva di Bari Sardo è sicuramente la sua incantevole e variegata costa, che si estende per circa 10 km di lunghezza, ed è caratterizzata dalla limpidezza e la pulizia delle acque, motivo per cui negli ultimi 15 anni il Comune è stato premiato diverse volte con la bandiera blu. Buona parte del litorale è dotato di servizi di supporto alla balneazione, accesso ai diversamente abili e parcheggi. Sono presenti diverse attività per il tempo libero, strutture ricettive, bar, punti di ristoro e diversi locali a ridosso della spiaggia, nei quali la vita notturna è particolarmente animata. È inoltre possibile noleggiare ombrelloni, sdraio e pattini.La costa ha inizio a nord nella località di Cea con la spiaggia lunga oltre un chilometro che si presenta con un fondo di sabbia bianca e sottile. Le sue acque, poco profonde, sono di un azzurro cangiante per i giochi di luce creati dal sole riflesso sul fondale. A pochi metri dalla riva risaltano due faraglioni di porfido rosso chiamati is Iscoglius Arrubius, (Arrubius significa appunto rossi) che si stagliano all'orizzonte offrendo un insolito salto cromatico.Proseguendo verso sud si incontrano le scogliere di color bruno scuro di Punta Niedda, Punta Su Mastixi e la caletta di S'Abba e s'Ulimu, che costituiscono la parte estrema dell'altopiano basaltico di Teccu nel punto in cui digrada e si bagna nel mare.Questo tratto di costa si presenta frastagliato e interrompe bruscamente il litorale sabbioso della costa bariese, costituendo un unicum in tutta la fascia costiera dell'Ogliastra. Alle spalle della scogliera si estende l'altopiano basaltico coperto da una fitta vegetazione a macchia mediterranea che, modellata dal vento, scende fin quasi a bagnarsi nel mare regalando alla scogliera un intenso profumo. Il tratto di costa è amato da quanti praticano lo snorkeling e le immersioni per esplorarne i suggestivi fondali e da coloro che praticano la pesca subacquea; vi abbonda la Posidonia Oceanica che costituisce delle immense praterie sommerse, testimoniando con la sua presenza la limpidezza di queste acque.Nel primo tratto della scogliera, denominato Punta Niedda (Punta Nera), le caratteristiche rocce basaltiche di origine vulcanica, di colore intenso molto scure contrastano con il colore chiaro degli scogli della caletta che la unisce con la spiaggia di Cea. I suoi basalti propagandosi in mare costituiscono un fondale affiorante per diversi metri da acque dalla forte tonalità di azzurro ricchissime di flora e fauna marina. La scogliera prosegue verso sud con Punta su Mastixi, molto caratteristica in quanto le rocce basaltiche disegnano questo tratto di costa con splendide insenature e piccoli golfi. Come Punta Niedda offre una visuale su tutta la costa che va da Capo Sferracavallo (S) a Capo Monte Santo (N), con una ampia panoramica sui monti di Baunei. L'incantevole fondale si presenta a gradoni in successione, l'ultimo dei quali, adagiato sulla sabbia, è caratterizzato da anfratti e piccole grotte ricche di incrostazioni, vita vegetale e animale. Tra le specie animali non è raro incontrare piccoli banchi di Ricciole, Occhiate e Barracuda. S'Abba e s'Ulimu è una piccola cala molto suggestiva in quanto le due estremità nord e sud sono costituite da pareti basaltiche che cadono a picco sul mare, formando un piccolo canyon, mentre il fondale è formato da scogli e sassi che grazie alla scarsa profondità e alla limpidezza delle acque sono perfettamente visibili dall'esterno e regalano alla vista un magnifico gioco di luci e colori. La scogliera che introduce a nord nella caletta è anch'essa molto caratteristica in quanto tra gli scogli sono presenti delle stupende piscine naturali nelle quali le rocce basaltiche originano strane geometrie visibili attraverso l'acqua. Oltrepassata la scogliera si incontra la spiaggia Torre di Barì , la più amata e frequentata, soleggiata fino al tramonto e inserita in una splendida la cornice. Lunga alcuni chilometri e larga 100 m è divisa in due parti dalla famosa Torre spagnola che si erge su una piccola propaggine granitica protesa verso il mare. La parte a nord della Torre è chiamata Mari de is ominis (Mare degli uomini) e quella a sud Mari de is femunas (Mare delle Femmine), denominazioni che risalgono al periodo in cui le due spiagge erano frequentate separatamente da uomini e donne.La spiaggia a nord della torre di si estende fino ai piedi dell'Altopiano basaltico di Teccu, assumendo diverse denominazioni man mano che ci si sposta verso nord: Mari de is ominis , Il Fico, Bucca e Strumpu. È costituita da un fondo di sabbia a grana grossa di un colore leggermente ocra ed è riparata alle spalle da un'ampia e fresca pineta. La parte a sud della Torre, con fondo di sassolini grigi e sabbia sottile, si estende fino ad un grosso scoglio che la separa dalla spiaggia di sa Marina. La spiaggia di Sa Marina si presenta con un fondo di sabbia chiara sottile mista a ciottoli e scogli e termina nella località di Foxi. Le sue acque splendono di vari colori grazie ai giochi di luce creati dal sole riflesso nel primo tratto del fondale ricoperto di sassi.La spiaggia di Foxi che prende il nome della foce ('foxi') del torrente Bau Enì che sfocia in questo tratto di mare. La foce, orlata dalla tipica vegetazione palustre, abbonda di specie faunistiche quali Folaghe, Germani reali, Gallinelle d'acqua, Aironi; non mancano poi alcune delle specie ittiche che popolano questo tipo di acque, quali Muggini, Spigole e Anguille. La costa di Bari Sardo termina con le immensa spiaggia di Pranargia e Foddini, lunga diversi chilometri e larga un centinaio di metri è orlata alle sue spalle, per tutta la sua lunghezza, da un'ampia e fresca pineta. Il fondale digrada rapidamente e la spiaggia è amata da quanti apprezzano i luoghi poco affollati e amano trascorrere le giornate al mare all'insegna del totale relax.Durante il periodo di soggiorno a Bari Sardo è possibile visitare alcuni monumenti di interesse artistico e architettonico.All'interno del centro abitato è presente la Chiesa Parrocchiale dedicata alla Beata Vergine del Monserrato. Eccezionale per le dimensioni in un piccolo centro come Bari Sardo, risalta nel tessuto urbano per la sua imponenza e per la maestosità della cupola ottagonale e del suo campanile decorato in stile barocchetto, attribuito all'architetto piemontese Giuseppe Viana, che con i suoi 35 metri d'altezza domina con eleganza il paese.La chiesa, costruita tra la prima metà del XVII e la fine del XVII secolo, è a navata unica, con transetto e tre cappelle per lato. L' esterno dell'edificio risulta molto semplice, la facciata è risolta con stipiti in granito che contengono l'unico portale coronato da una falsa lunetta. Ad un esterno semplice contrasta un interno ricco in cui troviamo un largo uso di pregiati marmi e decorazioni, nell'altare maggiore, nel pavimento, nelle cappelle del transetto e nelle cappelle ai lati della navata. La chiesa di San Leonardo, fino a qualche anno fa ridotta allo stato di rudere, ha subito di recente un restauro che consente di ammirarne la sua semplice bellezza. L'edificio innalzato nel XVI secolo probabilmente in un'unica fase costruttiva è situato nell'omonimo rione in posizione elevata da cui si domina buona parte del centro abitato. Si tratta di una chiesa a sviluppo longitudinale a pianta rettangolare, articolato da contrafforti in cui le proporzioni vedono un accentuato sviluppo in altezza rispetto alla lunghezza dell' edificio. che ha il suo organismo strutturale costituito da setti murari trasversali su cui poggiano tre archi a tutto sesto. La copertura del presbiterio è costituita da una volta a botte mentre la parte restante è sorretta da travi lignee.All'interno del centro abitato è poi possibile ammirare, districandosi tra le viuzze strette della sua parte più antica, porzioni del centro storico in cui son ancore presenti alcune antiche e tipiche abitazioni.Il vero simbolo di Bari Sardo è senza dubbio la sua splendida Torre Spagnola che, per la sua bellezza ed imponenza, caratterizza l'intera zona costiera di Torre di Barì. Fu edificata a difesa della costa nel XVII secolo per decreto del Re di Spagna, Filippo II. Si eleva su un affioramento roccioso bagnato per la quasi totalità del suo perimetro dal mare quasi a farlo sembrare un isolotto se non fosse per un fazzoletto di sabbia che lo unisce al resto della spiaggia. Di forma troncoconica, la Torre ha un'altezza di 12,75 metri e un diametro alla base di 11,40 metri. Ai piedi della struttura, è poggiato uno dei cannoni da guerra che un tempo erano posizionati su di essa a scopo difensivo. Il territorio di Bari Sardo vanta inoltre la presenza di un ricchissimo patrimonio archeologico risalente sia al periodo nuragico che prenuragico. Le più antiche testimonianze risalgono al neolitico, con la presenza di numerose domus de janas nelle cui vicinanze spesso si trovano isolate delle macine scavate nel granito (cuvettes). Ben più rappresentato è il periodo nuragico che ci ha lasciato numerosi nuraghi sparsi in tutto il territorio e maggiormente concentrati nelle alture che costeggiano il corso d'acqua più importante, il Riu Mannu, e sull'altopiano di Teccu.Purtroppo non tutti i siti archeologici sono facilmente raggiungibili e fruibili, solo alcuni possono essere visitati dopo una breve passeggiata a piedi. La necropoli ipogeica di Pizzu'e Monti è costituita da due domus de janas, in buono stato di conservazione, scavate su un affioramento di porfido rosso. La prima domus, situata a 109 metri sul livello del mare, è costituita da un'anticella e da tre celle a sviluppo longitudinale mentre la seconda, situata poco più sopra è una domus monocellulare realizzata con una lavorazione accurata. La splendida necropoli ipogeica di Funtana Su Rettore è situata nell'omonima località sulle colline di Su Pranu. È costituita da tre domus de janas bicellulari, in buono stato di conservazione, che si sviluppano in sopraelevazione dall'esterno verso l'interno. Gli ipogei si aprono a 234 metri sul livello del mare su una ripida parete porfirica.Il terzo sito visitabile è il nuraghe Sellersu, situato sull'altopiano di Teccu in una posizione strategica che domina tutta la baia di Cea e che premette a chi vi si reca di godere di uno splendido paesaggio. Il monumento, costruito in basalto, si trova in discreto stato di conservazione ed è costituito da una torre principale a pianta circolare, una torre addossata a Nord-Ovest, una struttura d'accesso, e una probabile torre a Sud/Sud-Ovest.A Bari Sardo è possibile assaporare i prodotti e i piatti semplici e genuini della tradizione locale. Si possono gustare i culurgonis, piatto tipico dell'Ogliatra, costituiti da una sfoglia ripiena di patate, formaggio pecorino e manta, chiusa a sacchetto e cucita a mano con una decorazione a spiga; sa coccoi prena preparata con lo stesso ripieno dei culurgionis, inserito in dischi di sfoglia poi pizzicata a costituire una sorta di coroncina, e cotta al forno; i maloreddus, conditi con del sugo alla carne e buon pecorino; sa coccoi (particolare focaccia) di zucca rossa o di cipolla e zucchine cotta al forno al legna. Ottimi sono gli arrosti di vari tipi di carne, cotti allo spiedo, tra cui spiccano per bontà l'arrosto de copieddu (maialetto) e di pecora. Pur non essendo un paese di pescatori, nonostante la vicinanza alla costa, a Bari Sardo si possono assaporare i prelibati prodotti ittici di cui è il ricco mare Ogliastrino.Nei forni a legna dei panifici o delle case private, vengono ancora cotti, come un tempo, su pani pintau (pane decorato), su pistoccu e su moddizzosu. I formaggi tipici sono il pecorino fresco o stagionato, la ricotta, su casu ageru, su casu marzu e su cagittu, che grazie una tradizione millenaria risultano essere ottimi e di altissima qualità.I dolci tipici sono numerosi: pabassinas, panisceddas, amerettus, cigiri pistau, gattou. Mentre si assaporano i piatti della tradizione bariese si può gustare un ottimo vino cannonau e, a conclusione di un abbondante pasto tipico, sorseggiare un bicchierino di Abba ardenti.Il corso dell'anno Bariese è cadenzato da numerose ricorrenze, prevalentemente a carattere religioso, che coinvolgono l'intera popolazione e gli abitanti del circondario, durante le quali continuano ad essere celebrati antichi rituali ed a rivivere affascinanti tradizioni. Il 16/17 gennaio per i festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate viene acceso un enorme falò rituale e vengono distribuiti ai partecipanti dolci, vino e bevande.Il martedì grasso è possibile vivere la spensierata allegria del carnevale Bariese che si districa tra le strade del centro abitato con sfilate di maschere e carri allegorici.La sera del Venerdì Santo si svolge la maestosa e suggestiva processione della via Crucis, rappresentazione vivente della Passione di Cristo, che si snoda tra le strette vie del centro storico e vede la sua conclusione sul colle di San Leonardo, ai piedi dall'omonima chiesa, con la crocifissione di Cristo e dei ladroni. A giugno, per la processione del Corpus domini, vengono preparate delle cappelle rionali e ornati i balconi e le finestre delle abitazioni con preziosi tappeti e coperte realizzati al telaio.La seconda domenica di luglio, con la Sagra de Su Nenniri, viene celebrato il culto di San Giovanni Battista. La sagra, di antichissima origine, nasce come festa pagana e ancora oggi svolge con la preparazione di vasi contenenti dorati germogli di grano (su nenniri) accompagnati da magnifiche croci di paglia di avena ornate da fiocchi, pani pintau e frutta di stagione. Su nenniri viene portato in processione dalla chiesa di San Giovanni e gettato in mare ai piedi della torre spagnola con significato propiziatorio. Non è difficile scorgere uno stretto legame con l'antico culto mediorientale di Adone, legato al ciclo agrario e solare, e con il relativo rituale dei Giardini d'Adone anch'esso effettuato per propiziare un annata piovosa e la fecondità della natura intera. La domenica notte, la musica e i fuochi d'artificio attirano migliaia di persone.A settembre si festeggia la Beate Vergine del Monserrato e i Santi Michele e Girolamo. Oltre alle suggestive processioni religiose durante i festeggiamenti vengono proposte serate di musica e balli che offrono la possibilità di riscoprire la musica etnica isolana.Durante il periodo estivo vengono inoltre proposte numerose serate di intrattenimento organizzate dalla Proloco e dalle diverse associazioni culturali. Una delle serate che vede un alta partecipazione è la Sagra dei culurgionis dove si assapora il tipico piatto ogliastrino accompagnato da del buon cannonau rosso.