Cittadina di montagna, di origine medievale, che basa la sua economia sulle attività industriali e turistiche.
Gli omegnesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce nella località Agrano. Il territorio, comprendente una parte del lago d Orta, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.437 metri sul livello del mare.
Lo sviluppo dell'abitato si è rivolto prevalentemente a nord, dove, a partire dalla metà del secolo scorso, si è andata formando un attiva zona industriale. Meta turistica, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, caratterizzati da eventi culturali (quali il festival del balletto, di rilevanza regionale, la stagione concertistica, le mostre d arte e del design industriale presso il “Museo di Arte e Industria”); da eventi storico-artistici; dalla possibilità di escursioni in luoghi di notevole interesse, quali Orta, l'Isola di San Giulio e il ciclo dei Sacri Monti; da attività naturalistiche, come escursioni sul lago, in collina e in montagna, anche ad alta quota (Mottarone); da attività sportive, sia estive che invernali, grazie alla presenza di piscine, palestre e località sciistiche.
Di lunga tradizione è la rappresentazione del Venerdì Santo.
Il mercato del giovedì lungo le sponde del lago attrae turisti da tutte le parti della provincia.
Il Patrono, San Vito, si festeggia l'ultima domenica di agosto con spettacoli pirotecnici fra i più importanti d'Italia; il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.
LOCALIZZAZIONE
È situata nella parte meridionale della provincia, a confine con quella di Novara, all'estremità settentrionale del lago d Orta, tra Armeno (NO), Gignese, Stresa, Gravellona Toce, Casale Corte Cerro, Germagno, Quarna Sopra, Quarna Sotto e Nonio.
I collegamenti stradali sono assicurati dalla strada statale n. 229 del lago d'Orta, che ne attraversa il territorio, e dall'autostrada A26 Voltri-Gravellona Toce, cui si accede dal casello di Gravellona Toce, distante 7 km.
Ha una propria stazione ferroviaria posta lungo la linea Novara-Domodossola. L'aerostazione di Milano/Malpensa, che mette a disposizione linee intercontinentali dirette, dista 63 km; quella del capoluogo regionale, comunque idonea per i voli nazionali e internazionali, è posta a ben 137 km. Il porto è situato a 199 km.
Fa parte della Comunità montana “Cusio Mottarone”; gravita su Verbania per i servizi e per le strutture burocratico-amministrative non presenti sul posto; è essa stessa polo di gravitazione per i comuni del circondario.
STORIA
Incerte sono le origini del toponimo: le testimonianze medievali citano “Vemenia”, e poi “Vemegna”, che rappresenta la forma più diffusa, ma non mancano le ipotesi di alcuni studiosi che vi vedono un derivato del personale latino VIMINEA. Un antico documento risalente all'anno 1031 offre le prime notizie storiche certe, mentre una bolla papale del 1133 conferma la presenza di una pieve nel territorio. Era a quel tempo possesso dei conti di Castello, i quali dominavano le terre situate tra il lago d Orta e il lago Maggiore. Successivamente fu concessa ai signori di Crusinallo, ramo collaterale degli antichi signori feudali che nel 1221 cedettero al comune di Novara ogni diritto sul territorio. I suoi statuti, emanati nell'anno 1394, sono ancora oggi conservati nell'archivio storico municipale.
Durante il periodo di dominazione viscontea, con Crusinallo e la Val Strona fu infeudata ai Borromeo, costituendo parte di quel grande feudo per lungo tempo di proprietà dell illustre famiglia. Tra le testimonianze storico-architettoniche spiccano: la chiesa di Sant'Ambrogio, costruzione tardo-romanica a tre navate con cappelle laterali e ossario (trasformato in cappella della Madonna di Lourdes); la chiesa di San Gaudenzio, di origine romanica, con due navate absidate; il ponte antico, opera sfarzesca costruita dopo il 1490; la porta romana, del XIV secolo; le fortificazioni di difesa, complesse e solide, con capisaldi interni imperniati sulle caseforti delle famiglie nobili, e, infine, il convento medievale delle monache umiliate di San Domenico, già documentato nel Trecento come ospedale.