Il nuovo menu, a partire dal nuovo benvenuto, aspira ad un’internazionalità, ad uno sguardo verso il mondo, che non paiono autentici, ma frutto di uno studio, indubbiamente professionale, che però non nasce da una vera emozione. Sembra che il giro del mondo suggerito dalla nuova proposta gastronomica non sia mai stato fatto per davvero, che manchi della sua matrice emozionale, che era il vero punto di forza del ristorante, capace di fare innamorare i suoi clienti dei suoi piatti, perché nati dall’amore e dalla celebrazione della materia prima, perfettamente conosciuta e valorizzata in una sinfonia di sapori, reminiscenze di luoghi ed incontri.
Ovviamente la qualità delle portate resta alta, ma il viaggio è virtuale, puro esercizio di stile.