Passando per queste zone (nelle quali transito piuttosto raramente) al rientro da un lungo giro di lavoro (zone che si tenderebbe un po’ a “sottovalutare“, ma che invece sono ricchissime di sorprese -come quella che sto per raccontarvi... mai lasciarsi ingannare dalle apparenze, insomma!), trovandomi...appunto a tornare verso casa molto più tardi del previsto, ho deciso di fermarmi a mangiare qualcosa prima che si facesse troppo tardi. Ero quasi in procinto di raggiungere un posto che conoscevo da quelle parti, dove mi sono abitualmente fermato quando mi sono trovato lì, ma, consigliato da un amico (musicista come me), ho raggiunto questo carinissimo locale (che rappresenta già una sorpresa di per sé, perché nonostante dall’esterno non si riveli in maniera troppo vistosa o pacchiana, poi si rivela invece essere una location davvero molto graziosa e ben realizzata, anche soprattutto al suo interno). Premetto che mi sono recato in questa “Brasserie polesana” appunto con l’intenzione di mangiare una pizza, e proprio per questo l’amico mi ha consigliato questo posto, raccomandandomelo, dicendo che lì fanno, ed avrei trovato, una pizza veramente speciale (“dettaglio” sul quale arriveremo fra poco… ma peraltro anche tutto il resto del menu offre proposte assolutamente splendide -carne, side dishes e quant’altro deve esserci in una pizzeria/birreria che si rispetti… menzione speciale e particolare per i dolci, realizzati da loro e magnifici-, e davvero “azzeccate” in tutti sensi, curate e ben preparate). Teniamo anche conto che stiamo parlando di martedì, appunto non la giornata da cui uno si attenderebbe un personale “in pompa” come nel weekend, e tantomeno situazioni “ambientali” particolarmente vivaci o di pieno. E invece… il locale, che inizialmente si presentava un po’ vuoto (sono arrivato non tardissimo), si è poi invece (inaspettatamente) riempito, nonostante il giorno infrasettimanale (perché per la verità -cosa che magari da “foresto” con qualche luogo comune di troppo in testa, e che non conosce bene la vita di Adria e dintorni -chiedo venia!-, non mi attendevo da queste parti), invece il locale è già palesemente a prima vista uno di quelli che in condizioni normali devono ”tirare” molto e presentarsi generalmente molto affollati, si capisce chiaramente -e non solo dal numero piuttosto elevato di tavolini messi nel dehors esterno), e, soprattutto (e qui sta il punto, e la prima notazione veramente positiva) sono stato subito accolto con grandissima cortesia e disponibilità dal primo ragazzo dello staff che ho incontrato (che mi ha poi anche servito al tavolo, consigliandomi con grandissima cortesia e disponibilità circa quello che avrei potuto consumare -forse uno dei rarissimi casi, da quando giro, in cui nel suddetto menu, che offre una scelta completa e corretta, e non eccessiva ed eccessivamente dispersiva, praticamente tutte le cose presentate mi piacevano, non avrei scartato nulla e necessariamente non avrei saputo davvero cosa scegliere…) Gia contento di aver trovato aperto, ed essere stato accolto così bene nonostante la particolarità della serata, per evitare allora di far “mettere in arma“ un’intera cucina per una sola persona, decido di optare allora per una più semplice e gestibile pizza... anche perché, come detto, già di prima acchito, e da come il tutto viene presentato, si realizza subito che si tratta del loro piatto forte e della loro vera specialità. Ecco. Senza dilungarmi più di quanto ho già fatto, dico soltanto che ho degustato una delle migliori pizze che io abbia avuto la fortuna di mangiare ultimamente (e chi parla è una persona piuttosto “esperta”, oltre che appassionata di cibo tout court, e molto attenta alla qualità). Semplicemente. Con una connotazione tutto propria, meravigliosa, ed orgogliosamente “polesana”, nei modi, negli ingredienti e nella preparazione. Alta, nel bordo, come vogliono non solo la moda e la tendenza più attuali e ormai più ricorrenti nelle più affermate pizzerie delle nostra nazione ma anche la stessa tradizione napoletana, diversamente da quest’ultima non ha però la consistenza esageratamente soffice e spesso quasi gommosa che si può trovare in giro, ma una pasta assolutamente friabile, fragrante e più croccante, dovuta all’utilizzo di un impasto speciale di loro realizzazione, denominato T.O.P.P. (lascio a voi almeno la curiosità di andarvi a vedere cosa significa questo acronimo) prodotto con una farina definita “polesanissima” (hanno comunque in caso anche la pizza “normale” realizzata con l’impasto classico…ma il loro “speciale” ve lo consiglio di tutto cuore), lontano milioni di anni luce da tutti quegli impasti particolari di questo tipo, un po’ “di moda” (perdonate se mi ripeto, e indugio su questo punto), nei quali capita di imbattersi ultimamente (in tempi di pizze “gourmet”, molto, troppo spesso tutta apparenza e poca sostanza, Il sentire nominare un impasto speciale tenderebbe già a mettere un po’ in allarme… ma qui invece siamo tornati a parlare di un prodotto buono e fatto bene, senza nessuno di quei fronzoli a cui ormai ci siamo abituati). Ottimo, quindi.
Il vero “plus”, inoltre (e questa è la vera “ciliegina sulla torta” -e con questo arrivo davvero al dunque), è poi fornito -appunto- dalla gentilezza delle persone che qui ho incontrato: oltre al bravissimo cameriere che mi accolto, e al suo collega che insieme a lui mi ha seguito mentre ero al tavolo (mia colpa non avere neppure domandato il loro nome! Ne chiedo scusa) ho avuto poi il piacere di incontrare e conoscere anche le due ragazze che operano al banco, Virginia ed Eleonora, anche loro semplicemente meravigliose, la cui cortesia, competenza e disponibilità sono assolutamente fantastiche ed impagabili, e mi hanno lasciato di stucco, sorprendendomi piacevolmente. Insomma... chapeau, su tutta la linea. Consigliatissima, insomma, la Brasserie, certo che sì.Più