Nel cheisa e un cripta ove si conservano le spoglie mummificate di diversi sacerdoti. All'interno è visitabile un colatoio, dove i cadaveri venivano disidratati, essiccati e drenati dei liquidi. I corpi sono mummificati secondo la pratica dell’essiccazione naturale. A conclusione del trattamento il sacerdote veniva rivestito dei paramenti e la testa veniva cerata per una migliore conservazione

La chiesa della Madonna della Catena, una delle più antiche del borgo di Gangi, è sorta probabilmente tra il XIV ed il XV secolo. Il titolo prende origine dal culto della Madonna della Catena nato, sembra a Palermo, in seguito ad un evento miracoloso, quando nel 1392 tre giovani condannati a morte, invocando la Madonna videro spezzarsi le catene con le quali erano legati, e sentirono una voce che disse loro che erano liberi. Tale circostanza è narrata per altro, nel bassorilievo che si trova nel basamento della statua marmorea della Madonna. Nel 1583 vedeva la luce la cappella dedicata alla Madonna del Rosario (in fondo alla navata a sinistra) e la relativa confraternita (non più esistente), mentre l'altra confraternita quella dedicata appunto alla Madonna della Catena fu eretta nel 1621 ed è ancora attiva. La chiesa è ad una sola navata, scandita da tre altari a destra ed altrettanti a sinistra, mentre nel cappellone, si trova l'altare maggiore con il simulacro ligneo della Madonna, alla sinistra nella cappella omonima si trova il gruppo ligneo della Madonna del Rosario con San Domenico, capolavoro di Filippo Quattrocchi, del 1764. Da notare ai lati dell'altare maggiore due lapidi tombali, quella a destra probabilmente proviene dalla tomba di Giuseppe Salerno, uno dei due “Zoppo di Gangi”.