Ciò che viene denominato come Tomba di Humayun, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1993, costituisce di fatto un esteso complesso di edifici, eretto, per volontà della moglie Hamida Begum, per ospitare i resti di Humayun, secondo imperatore Moghul, e figlio di Babur, fondatore della dinastia.
Si tratta di una tomba-giardino, la prima costruita nel sub-continente indiano, e si trova nella zona un tempo occupata da Purana Qila, l’antica capitale fondata da Humayun nella prima metà del XVI secolo; la struttura principale ospita la tomba di Humayun, ma anche quella della moglie Hamida Begum e di diversi altri suoi successori (circa 100 tombe in tutto).
La tomba è realizzata in pietra grezza e arenaria rossa, con parti della costruzione rivestite in marmo bianco, così come in marmo sono i pavimenti, gli schermi traforati (jali), e la cupola; l’edificio è collocato su una vasta terrazza alta circa 8 m, con una pianta praticamente quadrata.
Gli esterni sono piuttosto semplici e dotati di simmetria; ciò non si può dire degli ambienti interni, nei quali otto camere sono disposte radialmente attorno alla camera centrale, sovrastata dalla cupola. Sotto la cupola, in posizione centrale, si trova un unico sepolcro, appartenente all’imperatore Humayun, anche se la sua vera camera di sepoltura (non visitabile dal pubblico) si trova in realtà nel sotterraneo, esattamente al di sotto del cenotafio superiore.
Il complesso mostra un’armonica fusione dell’architettura persiana con quella moghul.
Il complesso della Tomba di Humayun è inserito in vasti giardini, la cui disposizione viene chiamata, in persiano, “Char Bagh”, termine che significa “a quattro giardini”, come si rileva dalla pianta quadrilatera con cui i giardini sono disposti.
Altri monumenti e moschee sono collocati in vari punti del vasto complesso, ed è suggestivo scoprirli camminando senza fretta; gli ampi spazi del complesso invitano alla sosta ed alla contemplazione, apprezzando gli stili, l’imponenza delle costruzioni, i giardini e la vegetazione che le circondano, la suggestione di secoli attraversati da queste testimonianze di antiche civiltà.