Grande complesso in posizione elevata alla periferia sud di Firenze (nei pressi della frazione di Galluzzo). Come si evince dal nome si tratta di un monastero certosino anche se quest'ultimi oggi non ci sono più, sostituiti dal 1958 dai cistercensi benedettini, grazie ai quali la certosa venne aperta al pubblico (è stata anche dichiarata monumento nazionale), e quindi, dal 2017, dall'Arcidiocesi di Firenze che ne ha affidato la gestione alla Comunità di San Leonino.
Fondata nel XIV secolo grazie al mecenatismo di Niccolò Acciaiuoli, fu in seguito abbellita e ingrandita, in particolare nel XVI secolo e agli inizi del XVII. La visita si svolge solo in modalità guidata e dura circa un'oretta, durante la quale, attraverso il passaggio dei vari ambienti (il palazzo Acciaiuoli, il grande cortile interno, la chiesa con il coro dei conversi e il coro dei monaci, il corridoio per il colloquio dei monaci, la sala capitolare e il refettorio, il chiostro grande, il chiostrino dei monaci e il chiostrino dei conversi, le celle dei monaci) oltre ad illustrare gli aspetti artistici più rilevanti la guida racconterà la vita che si svolgeva all'interno del cenobio, con la netta separazione tra conversi e monaci e anche tra quest'ultimi stessi. Se da un lato è interessantissimo ascoltare il racconto, tra l'altro manca la libertà di movimento delle visite libere e il tempo per vedere bene tutto quanto; ad esempio il palazzo Acciaiuoli è di fatto una pinacoteca e ci vorrebbe tempo per vedere tutti i dipinti: la guida ha illustrato solo gli affreschi staccati del Pontormo ignorando tutti gli altri; anche il chiostro grande meriterebbe tempo, vista la presenza di ben 66 busti robbiani. In ogni caso la chiesa è uno spettacolo (in particolare la zona riservata ai monaci, per gli affreschi della volta e le statue e gli affreschi del presbiterio e poi l'eccezionale coro ligneo scolpito, probabilmente il più bello visto finora) la cui visita da sola ripaga ampiamente il biglietto di 5 euro e qualsiasi altro rimpianto per eventuali visite frettolose di altri ambienti. All'ingresso della certosa ci si può arrivare tranquillamente in auto (ma poi bisogna dare però un piccolo obolo ad un signore che fa da pseudo-guardiano).