Svetta nel panorama cittadino quello che è il fulcro fiorentino della comunità ebraica. Affonda le sue radici nella seconda metà del XIX secolo, quando il poeta e patriota italiano David Levi, già presidente della Università Israelitica, come lascito testamentario commissiona la realizzazione di un luogo di culto definitivo per la comunità. L'edificio è imponente e segue la volontà di estraniarsi dal contesto generale fiorentino, per recuperare stili più orientaleggianti; esternamente esso è interamente ricoperto da marmi bianchi e rosa e presenta un corpo centrale con tanto di cupola in rame, ideata a richiamo a quella del Brunelleschi della Basilica di Santa Maria dei Fiori, affiancato da due torri laterali sormontate da altrettante cupolette. Tutt'attorno sorge invece il giardino, all'epoca coltivato con piante esotiche, delimitato esternamente da una severa inferriata; qui troviamo inoltre una lapide con sopra incisi i nomi dei 250 ebrei fiorentini uccisi dai nazisti e un'altra di quelli deportati nei campi di sterminio. L'interno del santuario è ricoperto da decorazioni arabescate policrome, con temi in oro, rosso e blu ed è diviso in tre navate, scandite da due file di colonne sormontanti archi a tutto sesto. Sopra ogni navata son visibili i matronei delimitati da cancellate in ferro con i caratteristici candelabri. Lungo il perimetro corre una serie di vetrate, a tre a tre, a garanzia della giusta illuminazione interna. In fondo, infine, sorge l'altare, rivestito a mosaico con il baldacchino, alla cui sommità vi è un'effige delle tavole della legge, danneggiate dai tedeschi durante il secondo conflitto mondiale. Di fatto, la storia insegna che durante l'occupazione nazista il tempio venne utilizzato come magazzino per essere poi destinato alla demolizione con esplosivi durante la fuga, cosa che però non avvenne.
A completamento della visita, nei piani alti, esterni alla zona di culto, vi è il piccolo ma esaustivo Museo Ebraico che racchiuse una collezione di oggetti legati all'arte ebraica; esso si sviluppa su due piani, il primo dei quali è dedicato maggiormente alla storia della comunità ebraica in seno a Firenze (qui troviamo un'antica Torah e altri ornamenti preziosi che vanno dal XIV al XIX secolo). Il secondo piano, viceversa, racchiude oggetti legati alle cerimonie e alle festività (vedi alcuni indumenti, una tavola apparecchiata all'uso ebraico...) e dedica immancabilmente una piccola saletta alle vicende della Shoah.
Compresa nella Firenze Card, è un'attrazione minore che merita di essere considerata.