Di una bellezza mozzafiato, la visita di questa chiesa è emozione pura, la seconda meraviglia di Palermo dopo la Cappella Palatina. Edificata nel 1143 per volere di Giorgio d'Antiochia (grande ammiraglio - da qui il nome - al servizio del re normanno Ruggero II) questa chiesa è nota anche col nome di "Chiesa della Martorana" perché una cinquantina di anni più tardi la nobildonna Eloisa Martorana fece adattare le case circostanti a monastero benedettino, al quale, nel 1433, la chiesa venne assegnata. Tuttavia, evidentemente comprendendone l'originaria valenza, nella seconda metà dell'800 si realizzò il suo restauro e la chiesa venne riportata per gran parte al suo aspetto medievale, tranne che per la navata (di rifacimento settecentesco con volte affrescate) e per l'abside centrale (di rifacimento seicentesco in stile barocco). Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 1937 la chiesa fu riaperta al culto, con rito bizantino, ad opera della comunità albanese di Sicilia. Oggi è intitolata a San Nicolò dei Greci ed è sede della "Concattedrale dell’Eparchia di Piana degli Albanesi" e punto di riferimento della comunità di fedeli di rito greco-ortodosso. Santa Maria dell’Ammiraglio è, difatti, il monumento più bizantino dell'intera Palermo ed il suo interno è un caleidoscopio di colori, un tripudio dorato. Pressoché tutto è coperto da un grandioso ciclo di mosaici bizantini, il più antico di Sicilia, realizzato tra il 1143 e il 1148.
Pregevole e ben conservato il pavimento in "opus sectile" che rispecchia fedelmente il modello bizantino seppure con qualche influenza islamica.
Magnifica l'iconostasi in marmo intarsiato. Alla chiesa si accede dalla base del campanile, le cui arcate costituiscono un atrio antistante la facciata, sulla quale vi è un portale che dà sul nartece come nelle prime chiese cristiane.
APERTURA: dal martedì al sabato 9.30/13.00 (domenica solo messa ore 11.00)
INGRESSO: 2€/interno, 1€/ridotto