Questo ponte, che collega i sestieri di San Polo e di San Marco, è il più antico dei quattro che oggi attraversano il Canal Grande. In suo luogo, già in epoca altomedioevale, esisteva un primitivo ponte di barche; intorno alla metà del XIII secolo questo fu sostituito da un ponte mobile in legno che, per il fatto di avere l’estremità orientale nei pressi dell’antica zecca veneziana, fu chiamato “Ponte della Moneta” (non tutti gli esperti sono però d’accordo su questa etimologia).
Circa due secoli dopo, il ponte crollò per il gran traffico di persone e carri che doveva sopportare soprattutto a causa del vicino Mercato di Rialto, il più affollato della città. Nel XV secolo per ricostruire ex novo la struttura, stavolta in pietra, fu indetto un concorso tra i migliori architetti del tempo al quale parteciparono tra gli altri Jacopo Sansovino, il Vignola, Andrea Palladio e Vincenzo Scamozzi. Fu scelto il progetto del veneziano Vincenzo Da Ponte (nomen omen) maestro d’ascia, carpentiere e scultore di provata esperienza in questo genere di opere. Il ponte da lui concepito fu infine realizzato nel 1590.
La tipica struttura “a schiena d’asino”, rimasta sostanzialmente inalterata sino ad oggi, presenta una sola arcata larga 28 metri e alta 7, che sostiene una doppia fila simmetrica di 12 arcatelle interrotte al centro da un’apertura più ampia ed elaborata. Due eleganti balaustre a pilastrini fungono da spallette. In corrispondenza delle arcatelle ci sono 24 vani tuttora occupati da piccole botteghe. Si tratta quindi, in conformità con altre strutture simili presenti nel nord e nel centro della Penisola (a Firenze, Pavia, ecc.) di un ponte cosiddetto “abitabile”. Il tutto è rivestito di bei marmi bianchi, finemente lavorati e arricchiti da pregevoli sculture. Tra queste figurano gli altorilievi dei due patroni di Venezia, San Teodoro e San Marco, e una suggestiva “Annunciazione di Maria”, figura particolarmente cara all’immaginario religioso della città (che secondo la tradizione fu fondata proprio il 25 marzo 421, nel giorno dell’Annunciazione).
IL Ponte di Rialto deve il suo nome alla presenza del vicino mercato, il cui toponimo deriva a sua volta da “Rivus Altus”, l’antica denominazione di epoca romana dell’odierno Canal Grande.