Il primo nucleo della Ca’ Loredan fu costruito nel secolo XIII sul Canal Grande, in corrispondenza della Riva del Carbon. Inizialmente era un “fondaco”, ossia un alloggio per mercanti, con annesso magazzino per lo stoccaggio delle merci. La facoltosa famiglia dei Corner (o Cornaro) l’acquistò nel 1300, ristrutturandolo e ingrandendolo a più riprese nei secoli successivi. Agli inizi del XVIII secolo, grazie al matrimonio tra una giovane Corner ed il gentiluomo Giovan Battista Loredan, il palazzo venne a far parte dei possedimenti di quest’ultima casata, una delle più illustri della città alla quale dette tre dogi in tre secoli (Leonardo, Pietro e Francesco). Dopo alterne vicende, nella seconda metà dell’Ottocento l’edificio fu acquisito dal Comune di Venezia, che tuttora vi mantiene una parte dei suoi uffici amministrativi. In ricordo del passato il palazzo è chiamato col nome dei suoi antichi proprietari Corner Loredan; più brevemente Ca’ Loredan.
Nonostante gli ampi rimaneggiamenti cui è stato oggetto in ottocento anni, il palazzo conserva ancora l’originale aspetto veneto bizantino della facciata principale, interamente rivestita di candi marmi. Nel livello inferiore si aprono nove arcate alte e strette, delle quali le cinque centrali (sostenute da sottili colonnette a capitello corinzio) consentono l’entrata o l’uscita direttamente a livello dell’acqua. Il primo piano, quello nobile, presenta per tutta la lunghezza della facciata una fitta e armoniosa serie di tredici arcatelle, sorrette da colonnine pressoché eguali a quelle sottostanti; queste aperture, protette da grandi vetrate, si affacciano su un’elegante balconata cinta da una balaustra. Più sopra c’è una fila di sette finestre ogivali, affiancate da altre due laterali di eguale forma. Infine, appena sotto al cornicione, si succedono sette finestre quadrate, disposte in maniera da conservare l’armonia dell’insieme. All’interno, il piano nobile ospita il grande salone di rappresentanza ove si svolgevano le cerimonie, i ricevimenti, i balli e le feste di famiglia.
In questo palazzo nacque nel 1646 Elena Lucrezia Corner, erudita e filosofa che la tradizione indica come la prima laureata italiana. Per approfondire gli studi e seguire le sue notevoli inclinazioni, ella dovette affrontare i pregiudizi della sua epoca, che non vedeva di buon occhio né le donne istruite, né, tantomeno, quelle che, come lei, intendevano partecipare a dibattiti e conferenze su questioni filosofiche. Elena Corner morì a 38 anni nel 1684; la ricorda una lapide affissa sul prospetto laterale del palazzo.
Quattro ballatoi, scavalcando uno stretto vicolo, collegano il lato destro di Ca’ Loredan all’attigua Ca’ Farsetti, ove sono ospitati gli altri uffici del Comune di Venezia. Quest’ultimo palazzo, assai simile nelle linee architettiche a quello vicino, se ne distingue per il colore bruno delle sue superfici che gli conferiscono un aspetto più sobrio. Come il gemello, anch’esso fu costruito nel XIII secolo; qualche secolo dopo fu acquistato dai Contarini (altra illustre ed antica casata veneziana) che lo ampliarono notevolmente prendendo a modello il palazzo vicino. I Farsetti ne entrarono in possesso nel Seicento, quando un ramo della famiglia (originaria della Toscana) si stabilì nella città lagunare. I nuovi proprietari, amanti delle arti e della letteratura, allestirono all’interno del palazzo una ricca collezione di oggetti d’arte e una gran biblioteca.
Agli inizi dell’Ottocento, l’ultimo discendente della casata, oppresso da una montagna di debiti, dovette svendere sia la residenza sia il suo contenuto. Infine, dopo dopo una serie di vicissitudini legali, Ca’ Farsetti fu acquisita dal Comune di Venezia assieme a Ca’ Loredan.
Si ricorda, infine, che quest’ultimo edificio non va confuso col quasi omonimo Palazzo Loredan, che si affaccia su Campo Santo Stefano, nel Sestiere di San Marco.