Se si vuole conoscere Roma antica un passaggio obbligato è far visita presso questo ottocentesco palazzo neorinascimentale. Assieme alle Terme di Diocleziano, al Palazzo Altemps e alla Crypta Balbi, il Palazzo Massimo compone il Museo Nazionale Romano, ricco di statue, mosaici, bassorilievi, reperti di ogni epoca antica e d'impareggiabile bellezza.
Del resto, l'esigenza di 4 sedi dimostra l'enormità dei reperti rinvenuti che non potevano essere contenuti solo nel complesso delle Terme di Diocleziano inclusa la vicina Basilica Santa Maria degli Angeli.
Imperdibile la promozione proposta in questo periodo primaverile che apre le porte e dà una grande chance a turisti e locali per un tour, racchiuso in 7 giorni, davvero unico e dal costo minimo.
La mostra all'interno del Palazzo Massimo è di prim'ordine: ben strutturata e concepita a mestiere con perfette ricostruzioni storiche. Aiutano non poco le precise didascalie su ogni elemento. Le sale al piano terra sono un'esaltazione del periodo imperiale, a partire dall'epoca Augustea.
Statue di divinità', busti di imperatori che si sono succeduti, politici, sovrani, filosofi e scultori greci di epoche precedenti - Alessandro Magno, Socrate e Lisippo su tutti-.
Non mancano tracce del periodo repubblicano, cesareo. Interessante lo studio sul Calendario romano che da lunare divenne giuliano grazie proprio a Giulio Cesare il quale lo riformò appena divenne Pontefice Massimo (46 a.C). Cesare eliminò il mese di mercedonio (mese intercalare che all'epoca corrispondeva a febbraio quale ultimo mese dell'anno), portò la durata dell'anno a 365 giorni e introdusse l'anno bisestile.
Si deve agli antichi romani l'invenzione del calendario che è giunto sino ai giorni nostri.
Molto interessanti le ricostruzioni delle antiche case romane per i colori sulle pareti, le dimensioni, in particolare i Cubicola, piccole stanze da letto, molto raccolte, addirittura prive di finestre, ma comunicanti;
Impressionante lo stato di conservazione, il numero, le dimensioni e la bellezza dei mosaici in mostra, con i quali i romani pavimentavano le case.
Infine, un cenno lo meritano i giardini e la villa di Livia Drusilla, (terza consorte di Augusto).
La sala è interamente affrescata e rivestita da una vegetazione dai toni intensi ma tenui; l'atmosfera che si respira è avvolgente; i colori e l'ambient trasmettono una pacatezza interiore che tanto ricordano le ninfee di Manet (chissà se il precursore dell'impressionismo non ne abbia preso lo spunto...).
Presenza discreta ma vigile del personale. Eccellente.
Sito altamente raccomandato.