Edificate sotto l'imperatore Caracalla e rimaste in funzione per circa 300 anni (quindi anche dopo la caduta dell'impero romano d'occidente), fino alla distruzione degli acquedotti da parte dei Goti, furono le terme romane più grandi prima della costruzione di quelle di Diocleziano, circa un secolo dopo. Rimasero però forse le più belle, e oggi rappresentano uno dei maggiori complessi dell'antica Roma giunti fino ai tempi nostri. Nel visitarle quello che impressiona sono soprattutto le dimensioni dei resti, che in alcuni casi raggiungono anche i 36 metri di altezza; la magnificenza dei marmi, degli affreschi, delle statue non esiste ovviamente più (così come crollate sono quasi tutte le volte); meno male però che sono tuttora presenti vaste sezioni di mosaici, in parte anche policromi, che un tempo tappezzavano l'intera superfice. Certo, in assenza di una visita guidata, non è facile riconoscere tutti i vari ambienti (anche se qualcuno è senz'altro individuabile con immediatezza, come la natatio o le palestre interne), così come è un peccato che durante le normali visite libere non sia possibile accedere ai sotterranei e al mitreo. Come era in passato, anche oggi all'esterno delle terme vi è il giardino e nella parte di fronte al lato lungo occidentale del corpo principale è stata installata una grande vasca d'acqua, sulla quale si riflettono le architetture delle terme e dove, ad intervalli prestabiliti, escono getti di vapore, forse a ricordare i vapori del calidarium, o quelli delle saune. Con un po' d'immaginazione si potrà ritornare al III secolo, quando questo complesso era al suo massimo fulgore e pieno di vita: qui non c'erano solo terme e palestre, ma anche biblioteche, sale conferenze, giardini e negozi, insomma una sorta di centro commerciale e di servizi. D'estate i grandi spazi di queste terme ospitano la stagione estiva romana dell'Opera all'aperto.