Cimiteri a Roma

Cimiteri a Roma, Italia

Cimiteri a Roma

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Cosa dicono i viaggiatori

  • MaggieManu
    122 contributi
    Consiglio vivamente la visita!
    Luogo molto suggestivo.
    Organizzato molto bene con guide in diverse lingue.
    La visita dura 40-45 minuti e si scende al secondo livello.
    Non è possibile fare foto ne video.
    Costo del biglietto 10€ che per ciò che si vede è davvero basso!
    Scritta in data 7 gennaio 2023
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  • Gabriele A
    Verona, Italia13.581 contributi
    Bellissimo cimitero per i non cattolici, adiacente alla Piramide Cestia.
    Luogo molto curato e di pace.
    Fra le tombe da visitare : Keats, Shilling, Gramsci e Camilleri.
    Scritta in data 27 novembre 2022
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  • Alessiofranchi11
    Roma, Italia959 contributi
    Come da titolo interessantissima visita guidata alle catacombe di Priscilla un mercoledì di fine novembre.
    Catacombe molto interessanti, peccato non si possa fare le foto
    Scritta in data 23 novembre 2022
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  • Calavera11
    Pisa, Italia75 contributi
    Visita buona (soprattutto nei periodi estivi caldi! Nelle catacombe il fresco è assicurato e la collocazione appena fuori dal centro garantisce la possibilità di fare passeggiate nelle aree attigue - vicino infatti si trovano le catacombe di san Callisto e Priscilla, altrettanto meritevoli e ottime da visitare nello stesso giorno). Al percorso si accede, come in tutte le catacombe viste, con la guida - in questo caso, se pur ben preparata e disponibile, la nostra guida è stata un pò criptica nelle spiegazioni. Un luogo adatto a chi già conosce i grandi monumenti della Capitale e desidera una giornata all'insegna della tranquillità. Ottima cosa la presenza del bar, gentilissima la signora a servire!
    Scritta in data 31 luglio 2022
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  • Iaia C
    Roma, Italia4.239 contributi
    Visita guidata nella “ Quarta giornata delle catacombe”, un po’ piú breve della visita classica vista la grande partecipazione di pubblico. Catacombe che prendono il nome da Flavia Domitilla, proprietaria del terreno lungo l’ Ardeatina dove furono scavate nel ll-lll sec d.C. Forse fra le meno conosciute ma assolutamente da vedere se non altro perché sono il più grande e antico cimitero sotterraneo di Roma con circa 150000 sepolture (astenersi claustrofobici!). Da non perdere la bella basilica semi-ipogea dedicata ai martiri Nereo e Achilleo qui sepolti sotto l’ abside insieme a Santa Petronilla. Non è possibile fotografare all’ interno delle Catacombe, del resto si tratta di un cimitero e mi sembra una regola di buon senso.
    Scritta in data 30 settembre 2022
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  • Vincenzo P
    Catania, Italia1.579 contributi
    Un luogo della memoria da visitare per non dimenticare.
    Incuriosito dalla storia della trucidazione avvenuta in questo luogo di un giovane mio concittadino siciliano sono andato a vedere con i miei occhi la grotta, le tombe ed il museo della memoria. Non ci sono parole per commentare sin dove sia potuta arrivare la ferocia umana...
    Scritta in data 2 marzo 2023
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  • Barbara P
    53 contributi
    Visita che merita assolutamente di essere fatta a Roma. Luogo suggestivo. Bellissimi gli affreschi presenti!
    Un grande grazie alla guida del posto GIULIA che ci ha accompagnato. Bravissima e gentilissima!
    Scritta in data 26 marzo 2022
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  • francesco p
    Genova, Italia1.705 contributi
    Ubicata in pieno centro alla fine di via Veneto verso piazza Barberini, questa chiesa ha al suo interno due maravigliosi dipinti uno del Caravaggio l'altro a Mano di Guido Reni.
    Sotto la chiesa è visitabile una cripta assai particolare, un ossario che raccoglie le ossa di circa 4000 cappuccini. il messaggio prima di accedere alla cripta vuol essere di monito, di riflessione, ve lo cito: quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete.
    Scritta in data 29 maggio 2022
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  • Corrado C
    Roma, Italia157 contributi
    La visita di questo cimitero è veramente singolare. Al centro di Roma, all'inizio di via Veneto, sulla destra, venendo da piazza Barberini, si sale la scalinata della chiesa di S. Maria della Concezione (via Veneto, 27) e si entra lateralmente sulla destra, dove si fa il biglietto (un po' caro, in verità). Quindi si passa in una zona museale, dove si trovano dipinti anche di pregio (es. Caravaggio) e numerosi reperti storici inerenti ai frati Cappuccini. Al termine dell'ultima sala, ci si immette nella zona del cimitero, che non ha nulla a che vedere con quello che si può immaginare. Infatti ci si trova davanti a 5-6 stanzette che sono completamente "arredate" da centinaia e centinaia di vere ossa, tutte facenti parte di scheletri appartenenti ai frati. Non c'è una cosa che non sia costruita con le ossa, persino i lampadari sul soffitto. Ogni cella è una vera opera d'arte, per quanto possa dare la sensazione di macabro. Da vedere assolutamente
    Scritta in data 18 ottobre 2016
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  • Piero
    32 contributi
    Non so se è troppo definirlo bel posto ma devo comunque constatare che sembra di stare in un bosco per la quantita di verde che mi sono trovato davanti. Io cercavo alcune tombe di personaggi famosi a me cari e se non era per un'app. del cellulare e per google map non saprei come avrei potuto fare,perchè non ci stava nessuno a cui chiedere ed il cimitero per quanto ne so io ha tre ingressi. Molto grande... meglio entrare cercado quallo che si ha in mente di trovare altrimenti rischiate di restare chiusi dentro. Dovrebbe chiudere alle 18...
    Scritta in data 26 settembre 2020
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  • roberto4u68
    Roma, Italia7.747 contributi
    Ve la regalo io l'emozione dell'ingresso e della visita, guardate foto e video postati. Ne conoscevo il nome, mi ero documentato ma sembrava una chimera entrarci di questi tempi ...e invece....il miracolo di una di quelle aperture con il contagocce. Anonima casetta ai margini del parco, neanche una targa fuori. Una porta schiude il tesoro dove una ripida scala (non accessibile ai disabili) conduce a metà già alla prima sorpresa...una iscrizione con il nome che da il toponimo del luogo, con tanto di decorazione a mo' di grotta nella piccola cappella sovrastante..e subito sotto la meravigliosa esperienza di un colombario quasi completamente decorato, soffitto compreso, e...udite udite...anche i resti di un sarcofago con alcune ossa. Una parete ha loculi uguali a quelli del colombario degli Scipioni non lontano...ma le edicole con i timpani e le decorazioni sono qualcosa di indescrivibile. In pochi metri quadrati una concentrazione di arte e storia da fare impallidire monumenti ben più importanti. Date un'occhiata alle foto e anche alle altre recensioni su Roma e le sue meraviglie che ho pubblicato e se sono stato utile cliccate su utile.
    Scritta in data 23 febbraio 2022
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  • Bi1
    Roma, Italia1.216 contributi
    A margine del Quartiere Testaccio, ma vicinissimo al caos di strade ed uffici, raccolto dalle antiche mura, c’è questo piccolo cimitero di guerra (circa 400 lapidi) con tantissimi giovani intorno si 20 anni: a quel tempo non potevano votare ma potevano combattere ed anche morire.
    Tenuto benissimo, è utile per continuare a ricordare la tragedia della II Guerra Mondiale (finita 75 anni fa) in cui questi soldati venuti da lontano hanno combattuto e sono morti così come tanti partigiani e liberatori italiani.
    Scritta in data 25 giugno 2019
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  • Tommaso612
    Roma, Italia499 contributi
    Nelle sue “Vite dei Cesari” lo storico Svetonio riferisce che nel giugno del 68 d.C. l’imperatore Nerone, ormai spodestato e braccato dai pretoriani, trovò precario rifugio nella villa di un suo ricco conoscente (il liberto Faonte) situata lungo la Via Cassia, a nord del centro abitato. La sua sorte, tuttavia, era ormai segnata: un drappello di soldati circondò la villa e Nerone, persa ormai ogni speranza di fuga, preferì uccidersi con un pugnalata. Il liberto Epafrodito, rimastogli fino all’ultimo fedele, fu testimone delle sue ultime vanagloriose parole: “Quale artista muore con me!”
    Mentre Servio Sulpicio Galba (il nuovo imperatore) saliva al trono il Senato decretò la “Damnatio Memoriae” di Nerone: ogni suo ricordo doveva sparire, le effigi, le iscrizioni, i monumenti a lui dedicati dovevano essere distrutti. Tuttavia, ai parenti e in particolare alla sua devota concubina Atte, fu dato il permesso di conservare le ceneri del defunto nel sepolcro di famiglia: l’Arca dei Domizi Enobarbi, allora situata in un’area disabitata e paludosa lungo la Via Flaminia (corrispondente all’attuale Piazza del Popolo).
    Anche dopo la caduta dell’impero romano le autorità ecclesiastiche esecrarono e demonizzarono la figura di Nerone (“malvagio persecutore dei primi fedeli”) sino a identificarla con l’Anticristo. Il popolino invece, nella convinzione che lo spirito del personaggio aleggiasse ancora nella zona della sepoltura, sviluppò nei suoi confronti una sorta di venerazione più o meno clandestina. Soprattutto per questo, nell’XI secolo, papa Pasquale II fece demolire l’antico sepolcro costruendovi sopra la Chiesa di Santa Maria del Popolo. Le ceneri di Nerone furono probabilmente gettate nel Tevere, ma la superstizione popolare, dura a morire, continuò ostinatamente a credere che ciò che restava dell’ex imperatore fosse stato traslato in un altro antico sepolcro, situato ben fuori dalla città, al sesto chilometro della Via Cassia. Qualche pellegrino infatti continuò a portare omaggi a Nerone in questa “sua nuova sepoltura”. Probabilmente la leggenda fu diffusa ad arte dallo stesso pontefice, nel timore di una rivolta popolare. Il sarcofago divenne quindi noto come “Tomba di Nerone” e ugual nome indica ancora oggi la zona limitrofa.
    In realtà il monumento, risalente III secolo dopo Cristo, conteneva le spoglie di Publio Vibio Mariano (Procuratore della Provincia di Sardegna e Prefetto della Seconda Legione Italica) e della moglie di costui Regina Maxima. Lo si riesce ancora a leggere nell’iscrizione della facciata, che riporta per sommi capi la biografia del personaggio. Il manufatto, eretto per iniziativa della figlia della coppia, Vibia Maria Maxima, consiste di un massiccio sarcofago di travertino istoriato da bassorilievi e poggiato su una base di mattoni, anch’essa in origine rivestita di marmi. La struttura è coronata da un coperchio a tetto, arricchito da alcune tipiche decorazioni a forma di ogiva (dette “acroteri”) riccamente lavorate a bassorilievi. E’ interessante notare che la facciata principale del sepolcro è rivolta verso la vecchia Via Cassia, ovvero dalla parte opposta alla strada attuale. Com’è logico attendersi, nessun dettaglio del monumento allude minimamente alla figura di Nerone.
    Il sito, protetto soltanto da una bassa ringhiera in ferro e da alcune reti metalliche, si trova oggi ben all’interno della cerchia urbana. Le condizioni di conservazione sono piuttosto buone. Un piccolo pannello spiega ai visitatori la reale natura del manufatto e la curiosa leggenda che si è sviluppata intorno ad esso.
    Da ricordare anche il sonetto che il poeta dialettale Giuseppe Gioacchino Belli dedicò a questo sepolcro: una spassosa e ironica difesa della superstizione popolare.
    Scritta in data 7 marzo 2019
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  • Pluto73
    18 contributi
    Veramente un'occasione unica per visitare un'emergenza storica del III secolo dC oltre ad essere una bella opportunità per immergersi nella storia della crisi dell'Impero romano avvenuta in quel periodo.
    Scritta in data 16 gennaio 2019
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Domande frequenti su Roma