Uno dei monumenti più famosi della capitale nonchè uno dei più significativi e meglio conservati della Roma antica. Realizzato da Marco Vipsanio Agrippa, genero di Ottaviano Augusto, quello che oggi vediamo è la ricostruzione operata sotto l'imperatore Adriano, e successivamente restaurato sia da Settimio Severo che da Caracalla. Il magnifico stato di conservazione lo dobbiamo probabilmente al fatto che fin dal 609 d.C. è stato utilizzato come chiesa cristiana (e lo è tuttora!), dedicata a Santa Maria ad Martyres. Esternamente già farà impressione il maestoso pronao di 16 colonne di granito alte 14 metri, ma il fascino maggiore è all'interno per la nota cupola, capolavoro d'ingegneria romana. Realizzata interamente in calcestruzzo romano è la cupola più grande del mondo realizzata con tale tecnica e probabilmente la più ampia in assoluto. Dal basso non si riesce a comprendere le reali enormi dimensioni: il foro centrale, unico punto di luce dell'interno, è largo 9 metri e l'intero diametro è di 43 metri e 44 cm (come peraltro l'altezza dal pavimento, così che l'interno del Pantheon potrebbe contenere una perfetta sfera di 43,44 metri di diametro); per sostenerne l'enorme peso (migliaia di tonnellate) si sono adottati degli espedienti, come la diminuzione dello spessore del muro (da 6 metri della base ai 2 metri nei pressi dell'oculo) e l'utilizzo di calcestruzzi sempre più leggeri man mano che si sale in altezza (dagli spezzoni di travertino e mattoni alla base, per proseguire poi con tufi e finire con lapilli e pomici). L'interno è stato ovviamente modificato nei secoli visto che, come detto, da tempio romano fu trasformato in chiesa, per cui oggi il perimetro del cilindro presenta cappelle, nicchie, edicole ed opere di varie epoche, ma come la cupola, il grande portone in bronzo e il pavimento in marmi policromi è del periodo romano, pavimento che, anche se non si nota, è leggermente concavo al centro per raccogliere l'acqua che cade dall'oculo nei giorni di pioggia e che tramite alcuni fori viene poi raccolta in tubature sotterranee. Tra le opere presenti si potranno osservare pregevoli sculture del XVI secolo e due notevoli dipinti quattro-cinquecenteschi, oltre alla tomba di Raffaello e alle tombe dei primi due re d'Italia: Vittorio Emanuele II e Umberto I (quest'ultimo insieme alla consorte, regina Margherita). Non mi dilungo su altri aspetti, curiosità e leggende che riguardano questo straordinario monumento, che invito a scoprire preventivamente per rendere la visita ancora più interessante.