Chiesa di San Carlo ai Catinari (SS. Biagio e Carlo ai Catinari)

Chiesa di San Carlo ai Catinari (SS. Biagio e Carlo ai Catinari)

Chiesa di San Carlo ai Catinari (SS. Biagio e Carlo ai Catinari)
4
Cosa dicono le persone
4 giorni e 3 notti a Roma.
Punteggio 4,0 su 5mar 2022
La Chiesa dei SS. Matteo e Carlo ai Catinari è ubicata in Piazza Benedetto Cairoli, quartiere Regola, nei pressi di Via Arenula, nello storico Rione di Sant’Eustachio. Venne edificata su progetto dell’architetto Rosato Rosati, in stile barocco, nella prima metà del XVII secolo, in sostituzione di una chiesa distrutta del XII secolo. La denominazione "Ai Catinari" deriva dal fatto che nella zona erano, all’epoca, molto diffusi i fabbricanti di catini. Preceduta da un'ampia scalinata, la facciata si suddivide in due ordini. Nel primo, tra otto paraste corinzie, vi sono tre portali: quello centrale è sormontato da un timpano triangolare (all’interno del quale è presente lo stemma del cardinale Giambattista Leni, il quale donò i fondi nel 1627 per il restauro della chiesa), mentre quelli laterali, più piccoli, sono sormontati da timpani semicircolari; sopra il portale centrale è posta, all'interno di una corona di alloro scolpita dentro una cornice, l’affresco di San Carlo Borromeo; completano il primo ordine due nicchie vuote sormontate da timpani triangolari, due finestre e due cornici sormontate da timpani lineari. Nella fascia tra i due ordini si legge: “IO BAPTISTA S.R.E. CARDINALIS LENIUS ARCHIPR LATERAN A MDCXXXV“, sempre come riconoscimento al cardinale Leni. Nell'ordine superiore, tra otto paraste corinzie, appaiono un finestrone con balaustra sormontato da un timpano semicircolare, due finestre sormontate da timpani triangolari e due nicchie vuote sormontate da timpani semicircolari. La struttura è completata da un frontone triangolare, all'interno del quale è presente un altro stemma del cardinale Leni. Molto scenografica la cupola che poggia su un alto tamburo dove si aprono dodici finestre ad arco poste tra due paraste ioniche. Non abbiamo visitato l’interno, perché erano in corso di svolgimento dei lavori.

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La zona
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Quartiere: Regola
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4.0
Punteggio 4,0 su 533 recensioni
Eccellente
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Molto buono
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Nella media
3
Scarso
1
Pessimo
1

Vincenzo C
Calolziocorte, Italia4.188 contributi
Punteggio 4,0 su 5
mar 2022
La Chiesa dei SS. Matteo e Carlo ai Catinari è ubicata in Piazza Benedetto Cairoli, quartiere Regola, nei pressi di Via Arenula, nello storico Rione di Sant’Eustachio.
Venne edificata su progetto dell’architetto Rosato Rosati, in stile barocco, nella prima metà del XVII secolo, in sostituzione di una chiesa distrutta del XII secolo.
La denominazione "Ai Catinari" deriva dal fatto che nella zona erano, all’epoca, molto diffusi i fabbricanti di catini.
Preceduta da un'ampia scalinata, la facciata si suddivide in due ordini. Nel primo, tra otto paraste corinzie, vi sono tre portali: quello centrale è sormontato da un timpano triangolare (all’interno del quale è presente lo stemma del cardinale Giambattista Leni, il quale donò i fondi nel 1627 per il restauro della chiesa), mentre quelli laterali, più piccoli, sono sormontati da timpani semicircolari; sopra il portale centrale è posta, all'interno di una corona di alloro scolpita dentro una cornice, l’affresco di San Carlo Borromeo; completano il primo ordine due nicchie vuote sormontate da timpani triangolari, due finestre e due cornici sormontate da timpani lineari. Nella fascia tra i due ordini si legge: “IO BAPTISTA S.R.E. CARDINALIS LENIUS ARCHIPR LATERAN A MDCXXXV“, sempre come riconoscimento al cardinale Leni. Nell'ordine superiore, tra otto paraste corinzie, appaiono un finestrone con balaustra sormontato da un timpano semicircolare, due finestre sormontate da timpani triangolari e due nicchie vuote sormontate da timpani semicircolari. La struttura è completata da un frontone triangolare, all'interno del quale è presente un altro stemma del cardinale Leni.
Molto scenografica la cupola che poggia su un alto tamburo dove si aprono dodici finestre ad arco poste tra due paraste ioniche.
Non abbiamo visitato l’interno, perché erano in corso di svolgimento dei lavori.
Scritta in data 8 aprile 2022
Questa recensione rappresenta l'opinione personale di un utente di Tripadvisor e non di Tripadvisor LLC. Le recensioni vengono sottoposte a verifica da Tripadvisor.

tony b
5.207 contributi
Punteggio 4,0 su 5
nov 2019 • Amici
Le origini risalgono al 1620.
Dedicata a San Carlo Borromeo.
La facciata barocca e molto bella.
Molto scenografica la cupola poggiata su un tamburo dove si aprono dodici finestroni rettangolari.
L'altare maggiore è sorretto da 4 colonne corinzie.
Stucchi, marmi e affreschi di grande pregio la rendono speciale e affascinante!
Scritta in data 15 novembre 2019
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Tommaso612
Roma, Italia536 contributi
Punteggio 5,0 su 5
mar 2019 • Coppie
Nel luogo dove oggi sorge questa chiesa si trovava anticamente un piccolo edificio di culto risalente al 1200, intitolato a San Biagio (vescovo martirizzato in Armenia, agli inizi del IV secolo). I lavori per la costruzione dell’attuale edificio iniziarono nel 1620. Tuttavia, a causa della mancanza di fondi e di problemi tecnici, la chiesa fu terminata e consacrata più di cento anni dopo. La vecchia titolazione fu mantenuta, aggiungendone una nuova a San Carlo Borromeo, il celebre cardinale che fu tra i maggiori protagonisti della Controriforma. Il toponimo “ai catinari” deriva dal fatto che nella zona si trovavano numerose botteghe ove si fabbricavano e si vendevano bacinelle, vaschette, ecc. La chiesa nel corso del tempo fu danneggiata da alcuni fulmini e soprattutto dalle cannonate sparate nel corso degli scontri tra le truppe francesi e i volontari della Repubblica Romana, nel 1849.
La facciata barocca fu disegnata dall’architetto romano Giovan Battista Soria, secondo uno schema a tre livelli scanditi orizzontalmente da marcate trabeazioni e, verticalmente, da grandi lesene corinzie. Vi rammento che sono detti “lesene” i finti pilastri un po’ sporgenti dalla parete, aventi funzione esclusivamente estetica e pertanto privi di funzione portante. Nel livello inferiore il grande portone centrale è sovrastato da un bel medaglione ove è raffigurato Cardinal Giovan Battista Leni (il finanziatore dell’opera) coronato dalla scritta “Humilitas”; ai lati ci sono due ingressi di dimensioni minori e due belle nicchie rimaste prive di statue. Al personaggio suddetto è anche dedicata la vistosa iscrizione sulla trabeazione principale, ove si legge: “IO BAPTISTA S.R.E. CARDINALIS LENIUS ARCHIPR. LATERAN A MDCXXXV”. Il registro centrale ripete il disegno di quello inferiore: tra le paraste si apre un ampio finestrone racchiuso in una elegante edicoletta, rifinita in basso da una balaustra; ai lati due finestre più piccole e altre due nicchie vuote. Il livello superiore consiste in un timpano triangolare, recante lo stemma di famiglia del Cardinale Leni.
La scenografica cupola poggia su un tamburo dove si aprono dodici finestroni rettangolari, separati da altrettante lesene a capitello ionico; queste ultime si prolungano sulle costolature della cupola, e infine sulla lanterna, sovrastata da un grazioso cupolino con sfera e croce (simbolo dell’autorità di Cristo sul mondo).
L’interno è anch’esso in stile barocco, a croce greca e volte a botte. Nei quattro pennacchi, ossia negli spazi triangolari tra la base della cupola e l’incrocio dei bracci, il pittore Domenico Zampieri (meglio noto come Domenichino) raffigurò le Quattro Virtù Cardinali: Fortezza, Temperanza, Giustizia e Prudenza. L’altare maggiore, tutto in marmo color marrone, molto elaborato, sostenuto da due coppie di snelle colonnine corinzie, è opera di Martino Longhi il Giovane. Dietro una piccola grata sotto l’altare è custodito il cranio di Santa Febronia (martirizzata secondo tradizione in Asia Minore, alla fine del III secolo). La leggenda di questa santa, invocata in passato dalle donne affette da malattie al seno, è molto interessante; non ho qui lo spazio per narrarla, ma se siete interessati potete leggerla diffusamente in un buon testo di agiologia.
Nella conca absidale si ammira un affresco raffigurante “San Carlo Borromeo accolto in Cielo” di Giovanni Lanfranco. Allo stesso artista è dovuta l’Annunciazione dipinta sulla controfacciata. Da segnalare anche uno splendido crocefisso in bronzo di Alessandro Algardi. Altre pregevoli opere di Mattia Preti, Andrea Sacchi, Leonardo da Roma (da non confondere col più famoso da Vinci) e altri artisti decorano i vari ambienti della chiesa.
La Chiesa dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari (questa è la titolazione esatta) è situata a Roma in Piazza Benedetto Cairoli, a pochi passi da Largo Arenula, nello storico Rione di Sant’Eustachio.
Scritta in data 21 maggio 2019
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Ag17022000
618 contributi
Punteggio 4,0 su 5
set 2018 • Solo
La chiesa è in ristrutturazione, perciò le ho dato un'occhiata soltanto (molto) di sfuggita, sbirciando dall'ingresso. Capperi! Decisamente scenografica come creazione barocca, forse non si discosta molto dagli stilemi di chiese che, in molti casi, le sono anche molto vicine (gli affreschi con figure che "debordano" dai loro confini) ma il livello di grandiosità è comunque molto alto. Nè si puo' dire che sia una perla nascosta, questa chiesa che al contrario decisamente spicca con la piazza alberata ad essa dedicata (piazza, non piazzetta, una rarità tra i vicoli di Regola) e una trionfale scalinata a prannunciarne la facciata.
Scritta in data 19 settembre 2018
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Flo P
Roma, Italia31.449 contributi
Punteggio 5,0 su 5
set 2017 • Solo
Chiamata "ai catinari" per via dei fabbricati di catini presenti nella zona. Molto bella la cupola di questo gioiello barocco.
Scritta in data 26 settembre 2017
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francesco a
Napoli, Italia11.827 contributi
Punteggio 4,0 su 5
dic 2016
Edificata in onore di San Carlo Borromeo, detta "ai Catinari" per la presenza delle botteghe di fabbricanti di catini.
La chiesa, uno dei primi esempi di barocco a Roma, è caratterizzata da una facciata in travertino e da una possente cupola.
All’interno si trovano alcune opere importanti come il "S.Carlo Borromeo in processione con il Sacro Chiodo" di Pietro da Cortona, il "S.Carlo Borromeo in preghiera" di Guido Reni, un Crocifisso bronzeo
dell’ Algardi ed il "Cristo deriso" del Cavalier d'Arpino.
Scritta in data 15 maggio 2017
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Shaun966
Viareggio, Italia9.925 contributi
Punteggio 4,0 su 5
set 2016 • Solo
Per chi ama lo stile barocco la chiesa di S. Carlo ai Catinari è una chiesa da vederla, molto interessante la volta interna maestosa nel suo genere, la facciata esterna non è maestosa come l'interno.
Scritta in data 14 settembre 2016
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AlNo41
Roma, Italia70 contributi
Punteggio 4,0 su 5
ago 2016 • Solo
Una delle più significative caratteristiche del Barocco romano é stata la ricerca di integrare fra loro gli elementi strutturali di un’area circoscritta di territorio cittadino. Per cui, al momento di costruire una nuova chiesa si teneva conto dell’ambiente in cui andava ad inserirsi: la piazza, la via, ecc. Uno dei più significativi esempi di questo nuovo modo di progettare e realizzare un edificio religioso é rappresentato dalla chiesa barocca di S. Carlo. Chiesa che, dedicata a S. Carlo Borromeo, aggiunge al nome del santo il termine “ai catinari”, con chiaro riferimento a quella zona di Roma in cui operavano numerosi fabbricanti di…“catini”.
Progettato dall’architetto maceratese Rosato Rosati, l’edificio religioso viene realizzato sulle rovine della piccola chiesa romanica di San Biagio, risalente al XII secolo. I lavori, iniziati nel 1612, procedono per otto anni, fino al 1620. Ma ancora non si concludono, perché si devono ancora definire la facciata, l’abside e le decorazioni interne. Si dovrà attendere la fine del secolo. Mentre la consacrazione dell’edificio e la dedica a San Carlo Borromeo avverrà soltanto nel 1722, sotto il papato di Clemente XII, il fiorentino Lorenzo Corsini. Epoca in cui la nuova chiesa era, per dimensioni, la terza di Roma. Preceduta soltanto da S. Pietro e da S. Andrea della Valle (oggi, dopo la realizzazione di San Pietro e Paolo all’Eur e di S. Giovanni Bosco, é la quinta).
La facciata, realizzata in travertino e su due ordini, alla sommità é delimitata da un timpano. Nella parte inferiore tre i portali d’accesso, mentre nel secondo ordine, sopra il centrale si apre un finestrone affiancato da due finestre cieche.
Nel progettare l’interno - in parte restaurato nel 1861 - il Rosati ha apportato una originale variazione alla tradizionale pianta a croce greca. Senza raggiungere le proporzioni della croce latina, ha allungato le braccia sull’asse principale rispetto a quelle sull’asse minore.
In alto, al centro del transetto la vasta, altissima cupola é sostenuta da quattro colonne. Nei quattro triangoli della volta (timpani) sono dipinte le Virtù Cardinali - Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza - realizzate dal pittore bolognese Domenico Zampieri, detto il Domenichino.
Numerose ed importanti le altre opere d’arte, conservate all’interno. Fra le più significative un affresco del grande pittore bolognese Guido Reni. Posto nell’abside, raffigura S. Carlo. In passato era visibile sulla facciata esterna. Bellissima anche pala sull'altare maggiore. E’ una delle ultime opere di Pietro (Berrettini) da Cortona. Rappresenta San Carlo che porta in processione il Sacro Chiodo. Infine, nella sagrestia si possono ammirare un Crocifisso di bronzo dello scultore classicista Alessandro Algardi; e la Passione di Cristo di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier D’Arpino.
L’idea del Rosati avrebbe influenzato l’architetto francese Jacques Lemercier quando doveva progettare la chiesa della Sorbona a Parigi. Realizzata con la facciata a due ordini sovrapposti, invece dei tradizionali tre.

Concludendo, la chiesa di San Carlo merita un’attenzione particolare perché è un originale e significativo esempio del primo Barocco Romano.
Scritta in data 1 settembre 2016
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Adolfo D
Roma, Italia11.575 contributi
Punteggio 4,0 su 5
lug 2016 • Amici
La chiesa di S.Carlo ai Catinari è situata in piazza Cairoli e fu eretta per i Barnabiti tra il 1612 ed il 1620 su progetto di Rosato Rosati, mentre la facciata in travertino fu completata soltanto nel 1638. Bella anche la cupola
Scritta in data 13 luglio 2016
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pietro r
Taranto, Italia1.716 contributi
Punteggio 4,0 su 5
lug 2016 • Solo
In altre città sarebbe considerata bellissima, a Roma è un'ulteriore chiesa barocca senza particolari eccelsi. Vi è una grande rete sotto la cupola (una delle più grandi di Roma) forse a protezione dagli uccelli, ma impedisce di vedere gli affreschi con bei colori luminosi. affresco di San Carlo in preghiera sull'altare (nella leggenda attribuito a Guido Reni).
Scritta in data 10 luglio 2016
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