San Telmo Museoa
San Telmo Museoa
4.5
10.00 - 20.00
Martedì
10.00 - 20.00
Mercoledì
10.00 - 20.00
Giovedì
10.00 - 20.00
Venerdì
10.00 - 20.00
Sabato
10.00 - 20.00
Domenica
10.00 - 20.00
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4.5
790 recensioni
Eccellente
417
Molto buono
289
Nella media
67
Scarso
13
Pessimo
5
BHE
Milano, Italia45 contributi
lug 2024 • Famiglia
In plaza Zuloaga, si trova questo Museo veramente attraente, sulla società e la civiltà basca. Nel più antico dei paesi Baschi ad essere diventato mondano per scelta e tanto altro da vedere...
Scritta in data 3 ottobre 2024
Questa recensione rappresenta l'opinione personale di un utente di Tripadvisor e non di Tripadvisor LLC. Le recensioni vengono sottoposte a verifica da Tripadvisor.
annamaria
39 contributi
mag 2024 • Coppie
bello il convento / esposizione non troppo lunga, lo consiglio # costa 10 euro il martedì è gratuito# ogni popolo ha la sua storia
Scritta in data 2 maggio 2024
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LVPa53
Palermo, Italia7.090 contributi
giu 2019 • Amici
In plaza Zuloaga, in un antico convento del XVI secolo, si incontra questo bel Museo sulla società e la civiltà basca, il più antico dei paesi Baschi. Fu ospitato, fin dal 1932, nel convento omonimo e poi ampliato, dopo due anni di lavori dal 2009 al 2011, con un'ala nuovissima, disegnata dagli architetti Agustina Otero e Leopoldo Ferrán. La commistione tra la nuova facciata metallica reticolare e il fianco verdeggiante del monte Urgull è molto ben riuscita, a mio parere: lungo il percorso di visita, è un continuo avvicendarsi di antico e moderno, di passato e presente, bellissimo. La visita comincia dal chiostro dell'antico convento. Nelle sezioni del Museo (belle arti, storia e archeologia) è esposto un po' di tutto: dai quadri alle sculture, dai disegni alle armi, dalle medaglie e monete alle lapidi sepolcrali e poi ceramica, strumenti musicali, fotografie, oggetti precolombiani, oreficeria religiosa, tele di El Greco, Alonso Cano, Rubens, Depièce e di artisti baschi contemporanei. Consigliata la visita.
Scritta in data 12 luglio 2019
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Gianluca P
Terni, Italia90 contributi
lug 2018 • Amici
Struttura moderna inserita nell'antico convento del vecchio museo. Buoni i nuovi spazi espositivi che ospitano mostre temporanee mentre di grande effetto è la collezione permanente che racconta la storia del popolo basco con un ottimo allestimento. C'è anche qualche chicca.
Scritta in data 1 agosto 2018
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Annamaria C
Lecce, Italia25 contributi
gen 2018 • Amici
Interessante museo sulla storia dei Paesi Baschi.....fate una visita, il martedì è gratis......ne vale la pena
Scritta in data 18 gennaio 2018
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gherardo g
Selargius, Italia394 contributi
set 2017 • Amici
Questo convento domenicano rinascimentale (XVI secolo) è un monumento storico. In esso è situato il museo più antico dei Paesi Baschi, tanto da essere ribattezzato museo della civiltà e della cittadinanza basca. La collezione si divide in sezioni che spaziano dall’etnografia all’archeologia e dall’arte alla fotografia. Contiene una intensa serie di manufatti (26.000) che testimoniano la società basca da diverse prospettive, ma conserva anche capolavori artistici spagnoli e italiani.
La sua Pinacoteca contiene infatti dipinti di pittori di fama mondiale che vanno dal XV al XIX secolo.
Chi si trova a San Sebastian non dovrebbe trascurare questa visita, occasione quasi unica per conoscere i diversi aspetti della cultura basca.
La sua Pinacoteca contiene infatti dipinti di pittori di fama mondiale che vanno dal XV al XIX secolo.
Chi si trova a San Sebastian non dovrebbe trascurare questa visita, occasione quasi unica per conoscere i diversi aspetti della cultura basca.
Scritta in data 22 settembre 2017
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AP757
Ravenna, Italia208 contributi
ago 2017 • Famiglia
Siamo capitati di martedì e abbiamo appreso che era gratis.
Il museo merita assolutamente, si vede in un paio d'ore ed è molto interessante e moderno.Molto apprezzata la parte sugli anni 60-70
Il museo merita assolutamente, si vede in un paio d'ore ed è molto interessante e moderno.Molto apprezzata la parte sugli anni 60-70
Scritta in data 25 agosto 2017
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pippozanella
Padova, Italia2.249 contributi
ott 2016 • Amici
È interessante conoscere la storia del Paese e le tradizioni. La pinacoteca ha qualche chicca, ma è abbastanza povera. Ci ritornerò per approfondire il tutto, anche perché mi sono abbastanza perso nel museo.
Scritta in data 11 ottobre 2016
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Mario T
14 contributi
giu 2016 • Coppie
Non che non mi piacciano i musei ma questo ad essere onesto l'ho trovato "casuale". Un po' di questo e un po' di quello. In molti casi mancano le indicazioni anche in inglese. E per finire ci hanno cacciato almeno 7 minuti prima della chiusura.
Scritta in data 24 giugno 2016
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Brienza54
Como, Italia61 contributi
apr 2016 • Lavoro
Per chi si trova a San Sebastian (Donostia) è quasi d'obbligo una visita a questo bellissimo museo. Obbligo per chi voglia conoscere parte della storia dei baschi e per chi ammirare l'architettura di questo antico monastero. Molto interessante anche la raccolta di opere pittoriche ivi custodita. Il personale poi è davvero molto gentile.
Scritta in data 17 aprile 2016
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Alguien sabe si se puede dejar una maleta en las consignas mientras visitas el museo?
Scritta in data 27 luglio 2024
Sabéis si se puede dejar una maleta en las consignas mientras visitas el museo?
Scritta in data 27 luglio 2024
Ricardo Verdugo Landi (Málaga, 1870 - Madrid, 3 de octubre de 1930) fue un pintor y dibujante español discípulo de Emilio Ocón y Rivas. Su especialidad eran las marinas. Algunas de sus obras se encuentran expuestas en el Museo del Prado de Madrid, el Museo Nacional de Arte de Cataluña y el Museo Carmen Thyssen Málaga.
El 27 de enero de 1871 nacía Ricardo Verdugo Landi en el nº10 de Calle Comedias en Málaga. Sus aficiones artísticas pronto lo llevaron a inscribirse en la Escuela de Bellas Artes en 1886 donde se convirtió en un discípulo predilecto de Emilio Ocón y Rivas, en la recién instaurada cátedra de Paisaje, quien lo instruye en el arte de extraer poesía y emoción pintando cielo y agua, influyéndolo decididamente por el genero de la marina. Pese a su vocación temprana por las marinas, sus obras de juventud se acercan al fortunismo.
Como otros tantos, consolida su carrera a través de la participación asidua en las Exposiciones Nacionales desde 1892, registrándose en ellas como alumno de Martínez de la Vega y Emilio Ocón. Su primera recompensa oficial la obtiene en la Exposición Nacional de 1892 con la obra Desembarcando con la que obtiene mención honorífica. En 1895 participa con Naufragio y en 1899 con Oleaje con la que vuelve a obtener mención honorífica se repiten los premios en 1906, 1917 en Panamá, en 1919 Diploma de Honor en Zaragoza y en 1920 en Madrid y Barcelona.
Su carrera es iniciada en Málaga donde alterna su carrera artística con un puesto de conservador en el Museo Municipal, cargo que desempeña entre 1895 y 1897, fecha en la que dimite y es recompensado económicamente por el Ayuntamiento en reconocimiento a su buena labor.
Más adelante se marcha a Madrid, dónde inicia una trayectoria profesional como periodista. Comienza como retocador del periódico ABC por un sueldo de treinta duros. En el momento del nacimiento del Príncipe de Asturias, se le ocurrió hacer su primera composición fotográfica debido a que se les prohibió la entrada a los periodistas a Palacio. Compuso una escena con una canastilla de encajes, colocó en ella a un recién nacido, escogió de los archivos las fotografías de los grandes de España que tenían acceso a la Cámara Real, los agrupó alrededor del infante en la ceremonia de presentación. Aquella composición le valió el nombramiento, por Luca de Tena, como director artístico de todas las publicaciones del ABC.
Fue fundador junto con su hermano Francisco de la revista La Esfera y Nuevo Mundo, donde publica ilustraciones de sus obras y colabora en la redacción y dirección. Por aquel entonces, La Esfera era una de las publicaciones más importantes en la divulgación de contenido artístico y cultural en España. Contaba en sus páginas con numerosas reproducciones de obras.
Su vocación artística también lo llevó al campo de la ilustración con grandes recursos, dados sus conocimientos en la labor periodística y editorial. Durante más de treinta años no interrumpió su asistencia a certámenes y exposiciones tanto nacionales como internacionales.
Se instalaría definitivamente en la capital y se relacionaría con artistas como Prado López, Muñoz Degrain, Moreno Carbonero y la Asociación de Pintores y Escultores de Madrid, aunque nunca perdió sus contactos con su ciudad de origen. En 1924 es nombrado miembro del jurado de carteles de Semana Santa que organizó la Agrupación de Cofradías de Málaga.
Málaga lo acoge en su Academia de San Telmo y el Ayuntamiento lo nombra Hijo predilecto, consecuencia de la difusión por medio de sus obras, de la belleza de las costas malagueñas.
A los 59 años, el 10 de octubre de 1930, sucede el óbito del artista, al que se honra con un medallón grabado con su nombre en un acantilado de los que retrató con sus pinceles y de cara al mar que tanto amó.
Su obra está centrada en la representación del mar y la geografía costera, principalmente de la costa andaluza por la que sentía predilección, aunque también retrató las costas norteñas así como sus valles frondosos e industrias. En su estilo se mezcla la composición clásica con la evocación romántica y el naturalismo con el idealismo, granjeándose en su madurez un sello acertado e identificativo por el que las marinas de Málaga de principio de siglo tuvieron su apellido y sus pinceladas. (WIKIPEDIA)
Desde Donostia un saludo
Iñaki Liceaga
Scritta in data 11 novembre 2016
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