Il deserto del Negev occupa il 60% del territorio della stato di Israele. Geograficamente è a sud del Paese. Spesso viene indicato come il deserto ove Gesù fu tentato da Satana, ma non è così. Gesù fu tentato nel Deserto di Giudea, molto più a nord e generato dall'ombra pluviometrica. Il Negev è un deserto arido, la cui parte più a nord è caratterizzata da un paesaggio pianeggiante e caratterizzato da polvere e loss (sedimento eolico trasportato in varie parti). La parte più a sud, sino ad Eliat che si affaccia sul golfo di Aqaba, è caratterizzato da catene montuose, crateri di erosione, vallate. Per visitarlo ci sono due principali itinerari, entrambi partono dalla città di Be'er Sheva (la città all'inizio del Negev e la più popolata). Il primo itinerario segue la statale 40 ed il percorso consigliato perchè lo attraversate nel mezzo. Arrivati alla paese di Noet Samadar, prendendo la statale 12 potete arrivare sino al confine con l'Egitto. Se volete entrare in Egitto (ve lo sconsiglio) sappiate che occorre un visto apposito, dovete cambiare auto, assicurarvi che il border sia aperto. Il secondo itinerario si snoda lungo la statale 90. Questa strada segue il confine con la Giordania e vi porta sino ad Eliat. La statale 90 è molto più trafficata. Su entrambi i percorsi incontrate diversi distributori di benzina con annesse tavole calde. Non abbandonate mai il percorso principale se non di poche centinaia di metri. La zona del Negev è molto "calda" non solo da un punto di vista climatico. L'esercito israeliano è sempre presente, se vi vedono fotografare il deserto magari si fermano per chiedere se avete bisogno di aiuto, ma se vi vedono fotografare installazioni militari, antenne radio o prestare troppa attenzione al border il loro atteggiamento muta. Non esiste nessun passaggio terrestre tra Israele e la Giordania lungo tutto la statale 90. Entrambi i border, in molti tratti, sono muri o altissime recinzioni con filo spinato, perennemente pattugliate. Nel Negev le temperature, di giorno, sono molto elevate, superano abbondantemente di 35 gradi (punte anche di 45 gradi). Il terreno è durissimo, vi consiglio di indossare scarpe molto comode, di evitare di indossare ciabatte od infradito (ne ho incontrati di sprovveduti per questo lo sottolineo), copricapo e una buona riserva di acqua. Ha un grande fascino perchè le dune sono sostituite da questi crateri erosi. Da visitare.

Il deserto del Negev offre panorami e itinerari naturalistici di grande bellezza, ma anche siti archeologici suggestivi e imperdibili. Uno dei più belli, secondo me, è quello di Shivta che, insieme a Tel Avdat e Mamshit, costituisce una delle tappe della via dell’incenso che dall’India giungeva sino a Roma. Se siete fortunati, potrete godere dell’insieme di rovine, archi, colonne, resti di cupole che si stagliano contro l’azzurro intenso del cielo e visitare questo luogo di grande suggestione in un silenzio davvero magico. La città risale all’epoca romana, ma la maggior parte dei ritrovamenti sono di epoca bizantina. La mancanza di fortificazioni fa pensare a un centro prevalentemente agricolo, come testimoniano i torchi per l’uva, ancora visibili. L’area è piuttosto vasta e comprende alcune chiese, una moschea e un interessante sistema di raccolta delle acque, che confluiscono in grandi bacini. Molto belli sono anche i battisteri cruciformi scavati in un unico blocco di pietra. Concedetevi tutto il tempo che potete per passeggiare tra le rovine. All’uscita del sito troverete un delizioso punto di ristoro, simile e curato come i nostri agriturismo, che vi offrirà dell’ottimo caffè e della squisita frutta secca. Volendo , si può anche pranzare.