La spiaggia di Allahabad al gath è molto suggestiva e si respira un'atmosfera particolare, come ovattata. Ci siamo stati una mattina di novembre, ma oltre a mio marito e a me non abbiamo incontrato altri turisti occidentali, solamente indiani che cercavano di vendere le loro mercanzie, come piccole isole fiorite da far galleggiare sul fiume o mini-taniche per raccogliere le sacre acque. Qualche bambino un po' insistente e qualche ragazzo che ti chiede di fare un selfie insieme, niente di più. Lo Yamuna scorre placido, grigio, percorso da barche che conducono i pellegrini alla confluenza con il Gange e che forse, chissà, riusciranno a vedere anche il leggendario Sarasvati. Luogo meno turistico di Varanasi, sembra condurre il visitatore verso quella spiritualità dell'India di cui tanto si parla.

La visita della citta inizia ovviamente dal citato Sangam Ghat, dove per l’appunto confluiscono i tre grandi fiumi sacri, che ha un altissimo potere di purificazione dello spirito ed in cui gli induisti di tutto il mondo sognano di bagnarsi almeno una volta nella vita. A pochi passi dalla confluenza tra il Gange e la Yamuna sorge il Forte di Allahabad, costruito dall'imperatore Akbar a partire dal 1582. Per osservare le sue possenti mura di fortificazione costruite sulla riva della Yamuna ci si può incamminare lungo il sentiero che le costeggia o avvicinarci in barca. Noi però preferiamo girovagare a piedi lungo la riva del Gange per osservare da vicino la vita dei fedeli e dei santoni. Una passeggiata la si fa volentieri anche perché si percorre la riva del Gange o Ganga, al femminile per gli indiani, il fiume più venerato dell’India e lungo il suo corso c’è vita. Fedeli, centinaia di fedeli si sono accampati: vanno ad immergere nel Gange poiché effettuare un bagno Rituale significa assicurarsi una vita Futura libera da ogni attaccamento mondano. Lo scopo è sempre quello di liberarsi dai Condizionamenti dell’esistenza materiale e, attraverso il bagno, purificarsi. Se morire a Varanasi per un Indù rappresenta la massima aspirazione, morire sul Sangam dà al devoto la certezza di essere un bagyawan, un “benedetto”.